Essere team vuol dire essere “squadra”, e non solo perché ce lo dice il dizionario.
La parola team ha in sé tutti i suoni di cui è composta una sinfonia di successo: c’è la durezza della “T” all’inizio, quasi come per segnare la rotta e impostare il cammino, ci sono le due vocali ravvicinate “EA” che si leggono come se fossero un tutt’uno, a simboleggiare l’unione fra due componenti diverse, e poi c’è la “M” finale che rilascia un suono morbido e lungo… come un sospiro di soddisfazione.
Team building
Fare team building suona così… ma dietro e tutt’attorno c’è tanto altro. C’è, appunto, un gioco di squadra. Nello sport, come nel lavoro aziendale, non basta fare le cose bene da soli: bisogna impegnarsi a farle meglio, insieme agli altri.
Abbiamo provato ad immaginarci iMilani come una squadra di volley, dove le competenze di uno diventano la forza di tutti. Dove l’attaccante che schiaccia fuori la palla perché non è stata alzata bene, non punta il dito contro il compagno e non lo fa nemmeno colui che, a sua volta, non è stato preciso per colpa della ricezione sbagliata. La differenza sta tutta nel fatto che noi di iMilani ci fidiamo. Ci guardiamo intorno e sappiamo che nessuno farebbe meglio di quanto fa il nostro compagno, che dove non arriva lui arriviamo noi… La forza di chi lavora uno a fianco all’altro sta nel capire che dove finisce la competenza di uno, inizia quella di un altro: senza interruzioni, senza giunture. È un principio naturale, che diventa spontaneo.
La squadra
E allora, proprio come nel volley, ci sono gli esperti dell’alzata, quelli che sanno tutto. Uno li trova al bar dopo il lavoro che parlano solo di questo, sempre. Ecco, il vero team è quello dove vengono schiacciati bene anche i palloni alzati male. Perché chi crede di potercela fare, ce la fa. Questione di tecnica, di abitudine, di allenamento ma soprattutto di fiducia. Assimilato questo, non resta che prepararsi a vincere… insieme!