Questa pandemia ha cambiato prospettive, aprendo punti di vista diversi, forse inosservati fino a poco fa. E di colpo ci siamo resi conto che “plastic is all around“ e che questo non fa più pensare a qualcosa di dannoso per l’ambiente ma, al contrario, a qualcosa di indispensabile. La differenza la fa l’uomo, a permetterci di fare la differenza però è proprio la plastica. Eh sì, perché è diventata una componente essenziale nella nostra vita di tutti i giorni a cominciare dal settore medico-farmaceutico.
La plastica nel settore medico-farmaceutico
La plastica nell’automotive
Dal settore medico-farmaceutico a quello dell’automobile: anche qui, è il caso di dirlo, lo sviluppo della lavorazione e dell’uso della plastica ha fatto tanta strada.
Nell’automotive, per esempio, l’utilizzo della plastica al posto dell’acciaio (per molte parti) ha permesso di ridurre notevolmente il peso dei veicoli, a tutto vantaggio dei consumi di carburante e, dunque, delle emissioni, sia durante il ciclo di vita del prodotto, sia durante la fase di produzione. L’utilizzo di plastica fa risparmiare in media 750 litri di carburante nell’intero ciclo di vita del mezzo. E se oggi i veicoli sono costituiti per il 20-25% da materie plastiche, l’avvento dell’auto elettrica e connessa porterà questo valore al 30%. Inoltre, la plastica giocherà un ruolo fondamentale non solo per incidere sull’alleggerimento del peso ma anche sulla costruzione stessa dei nuovi sistemi di guida, tecnologici e di sicurezza. Le plastiche dovranno aiutarci a risolvere molti dei problemi legati alle batterie elettriche, ma anche a realizzare dispositivi di connessione leggeri e facilmente integrabili. Il loro contributo sarà rilevante anche nell’illuminazione degli interni e nella realizzazione degli strumenti di bordo touch screen.
L’auto elettrica iMilani
La plastica in edilizia
La plastica per il packaging alimentare
La plastica preserva la freschezza, facilita la conservazione degli alimenti, protegge dagli elementi esterni. Il 50% dei prodotti alimentari nei Paesi meno sviluppati si deteriora tra la raccolta e il consumo per il mancato utilizzo di imballaggi di plastica. Nei paesi “packaging oriented” il deterioramento di cibo si riduce a meno del 3%. Qualche esempio? Se non confezionate, il 27% delle mele vendute deteriorano prima del consumo, i cetrioli venduti con pellicola aumentano la loro conservazione di 14 giorni, mentre la carne di 10. In pratica si riducono gli sprechi, si “allunga la vita del cibo” e si facilita la nostra quotidianità. I consumatori sono molto sensibili alle notizie riguardanti la plastica. Questa attenzione alla sostenibilità deriva dall’esigenza di maggiore etica e qualità o da timori per il futuro. Il packaging dei prodotti è il primo fattore di sostenibilità su cui viene valutata un’azienda e qui torniamo alla frase di partenza: la differenza la fa l’uomo, a permetterci di fare la differenza però è proprio la plastica, il cui uso è ancora irrinunciabile.
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La plastica è riciclabile all’infinito?
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