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Con Giulia, la nostra Responsabile delle Risorse Umane, abbiamo parlato di come sempre più si stia andando a scemare la dicotomia tra lavoro e vita privata. Ma che cosa significa esattamente?

“Le persone stanno in azienda otto, nove, dieci ore, dunque l’azienda deve necessariamente prendersi carico della crescita del dipendente dice Giulia, Responsabile delle Risorse Umane qui a iMilani.

Il lavoro, esattamente come la vita, deve essere un percorso: l’essere umano nasce, cresce, si migliora, crea la propria personalità facendo esperienze, affrontando ostacoli, tristezza, ma anche gioia. Questo vale, e deve valere, anche per il lavoro: si impara ogni giorno qualcosa di nuovo, grazie all’esperienza dei collaboratori, alle responsabilità che ci vengono affidate e alla volontà di fare meglio, crescendo nella propria posizione lavorativa.

Ecco dunque che il work life balance, l’equilibrio tra vita privata e lavorativa, è oggi l’elemento che più interessa a chi si affaccia al mondo del lavoro: non si dà più importanza solo all’aspetto economico, che rimane ovviamente importante, ma anche a che cosa il lavorare in una determinata azienda può arricchire la sua vita e la sua persona.

Le soluzioni de iMilani

Se si prende come assioma che lo stare bene in azienda significa stare bene in generale, l’azienda deve dare i mezzi che permettano al lavoratore di fare esperienza e di costruire un percorso lavorativo che sia edificante, anche fuori dalle porte del posto di lavoro.

La formazione, per esempio, è uno degli strumenti che la nostra azienda mette a disposizione dei collaboratori: non solo corsi tecnici, ma anche trasversali, in grado di lavorare su quelle caratteristiche personali e lavorative che oggi hanno sempre più importanza, le soft skills. Competenze acquisibili da zero o che già si posseggono, e su cui si può lavorare insieme a degli esperti. Competenze, soprattutto, che possono essere usate anche al di fuori del contesto lavorativo.

Ma anche la fisioterapia durante l’orario di lavoro, per prevenire infortuni sì, ma anche per far arrivare i nostri dipendenti all’età pensionabile in maniera prestante, pronti a vivere una seconda vita.

Il lavoro come percorso di vita: la nostra filosofia

Secondo la nostra filosofia lavorativa, qualsiasi sia l’età in cui un collaboratore entra in azienda, quello che si appresta a fare è un percorso fatto di esperienze e tappe, ostacoli ma anche soddisfazioni, che lo porteranno ad uscire dalla nostra azienda, per qualsiasi motivo, con un bagaglio di competenze che l’hanno formato come persona, come essere umano che ha il suo posto nel mondo.

“Non bisogna pensare di lavorare per un datore di lavoro”, dice Giulia, “ma a qualcosa di più grande. Bisogna interrogarsi sul perché delle cose”.