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Lo sport deve necessariamente muoversi in una direzione sostenibile, mantenendo comunque la sua praticabilità. Come fare? Quali sono gli accorgimenti che si possono e devono prendere? In che modo usare il materiale plastico in maniera più consapevole? Ne abbiamo parlato con Daniele Scotton, responsabile dell’Officina Plastica e grande sportivo.

Sport sostenibile: piccoli accorgimenti

La montagna è un posto incontaminato, o meglio, dovrebbe esserlo. Facendo una camminata o una biciclettata sulle nostre cime, come ci racconta Daniele, appassionato di running e bici, si possono purtroppo notare una quantità notevole di rifiuti, soprattutto di materiale plastico, abbandonati in natura.

Lo sport, in questo senso, può dunque diventare uno strumento per acquisire consapevolezza: vedendo gli errori altrui (o commettendendone, più o meno consapevolmente, noi stessi), è possibile veramente prendere atto del problema dell’inquinamento ambientale e, di conseguenza, migliorare le proprie azioni.

Il rispetto nei confronti della natura deve essere una delle parole chiavi per gli sportivi che partecipano agli eventi a contatto con l’ambiente naturale. Quindi banditi gli incarti in plastica delle barrette energetiche e proteiche, soprattutto se non vengono gettate nell’apposito cestino: da preferire gli imballaggi biodegradabili, o delle semplici barrette fatte in casa, conservate in contenitori riutilizzabili nel tempo.

Consigliato anche l’utilizzo di borracce e, per gli organizzatori, l’installazione di punti di ristoro per ricaricarle di acqua e bibite varie. La raccolta differenziata, se non fosse scontato, è da rendere d’obbligo in tutti gli eventi, piccoli e grandi.

Abbigliamento sportivo: quale scegliere

Un altro grande tema, nell’ambito dello sport, è la sostenibilità dei capi e delle calzature sportivi. Rincuorante sapere che il riciclo e il riutilizzo di fibre tessili tecniche sono pratiche che vengono sempre più spesso messe in atto dai brand che si occupano della realizzazione di abbigliamento sportivo. Il consiglio, in questo ambito, è semplice: abbandonare i marchi di fast fashion e preferire aziende e brand che producono in modo più etico e rispettoso nei confronti dell’ambiente.

Pensando in grande, l’industria sportiva, dalla sua posizione unica in grado di influenzare davvero tantissime persone, dovrebbe anch’essa impegnarsi nel ruolo di guida degli spettatori verso una strada più sostenibile.

In conclusione: tanto l’adrenalina e la fatica gratificano lo sportivo, allo stesso modo la raccolta differenziata, l’utilizzo di contenitori riutilizzabili e l’acquisto di abbigliamento tecnico realizzato con materiali sostenibili, dovrebbero procurare in lui lo stesso piacere – solo in questo modo le pratiche etiche possono davvero diventare abitudine.

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