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La gestione quotidiana dei rifiuti in plastica rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo.
Non sempre la parola raccolta differenziata va a braccetto con il termine riciclo: la plastica raccolta dopo il suo utilizzo prende infatti varie strade, ciascuna con implicazioni differenti per l’ambiente e per la sostenibilità. Ad oggi ne individuiamo principalmente tre:

  • Riciclo: In Italia, gli imballaggi in plastica possono essere riciclati, recuperando il materiale e trasformandolo in nuovi prodotti, riducendo la necessità di materia prima vergine.
  • Incenerimento con recupero di energia: Una parte dei rifiuti di plastica è destinata all’incenerimento, processo che consente il recupero di energia. Questa soluzione, sebbene riduca il volume dei rifiuti, non è priva di controversie per l’emissione di sostanze inquinanti.
  • Discarica: Purtroppo, la rimanente parte di plastica non veicolata nelle prime due soluzioni, finisce ancora in discarica, con conseguenze negative per l’ambiente a lungo termine, tra cui il rischio di inquinamento del suolo e delle acque.

Quali contenitori in plastica non sono destinati a riciclo?

Nonostante gli sforzi per la raccolta differenziata, alcuni tipi di rifiuti in plastica non sono riciclabili con le tecnologie attualmente disponibili.

Leggi anche: Quale plastica è riciclabile?

Esempi, che ci riguardano molto da vicino, includono:

  • Capsule del caffè
  • Vaschette in materiale espanso
  • Retine per confezionare frutta e verdura
  • Tubetti morbidi (shampoo, dentifrici)
  • Buste ricarica (sapone, detersivi)
  • Imballi in materiale poliaccoppiato (sacchetti del caffè)

Questi materiali presentano sfide specifiche per il riciclo, spesso a causa della loro composizione multistrato o della presenza di contaminanti.

Obiettivi UE e gerarchia per il riciclo della plastica

Attualmente, in Italia, il tasso di riciclo effettivo della plastica è attorno al 40%, un dato che evidenzia sia i progressi fatti che le sfide ancora da affrontare.
L’Unione Europea interviene per affrontare la questione dell’inquinamento da plastica, chiedendo agli Stati membri di aumentare la percentuale di riciclo, seguendo il principio della gerarchia dei rifiuti:

  1. Prevenzione e Riduzione di Imballi Non Riciclabili: Ridurre l’utilizzo di plastica non riciclabile è il primo passo verso una gestione più sostenibile dei rifiuti.
  2. Riutilizzo: Favorire il riutilizzo dei prodotti in plastica per estenderne la vita utile, evitando il consumo di prodotti monouso.
  3. Riciclo: Incrementare le capacità di riciclo e migliorare le tecnologie per trattare una gamma più ampia di materiali plastici.
  4. Recupero: Comprende il recupero di energia dagli inceneritori come ultima risorsa prima dello smaltimento.
  5. Smaltimento: Da considerare solo quando non vi sono altre opzioni disponibili.

Questa richiesta europea fa parte di un più ampio piano che mira a ridurre significativamente l’impatto ambientale ed a promuovere una economia circolare intervenendo sul trattamento dei rifiuti plastici al fine di ridurre le emissioni di CO2 e salvaguardare l’ambiente marino.

In questo contesto, scopri il progetto Sea Turtle Crates realizzato tra iMilani e Sea Shepherd.

Rimane quindi fondamentale investire in tecnologie di riciclo avanzate, promuovere pratiche di prevenzione e riutilizzo, e continuare ad informare e sensibilizzare sull’argomento. Noi de iMilani crediamo in questa importanza, e se siete arrivati a questo punto del nostro articolo, siamo sicuri ci crediate anche voi.

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